Luigi Proietti nasce a Roma il 2.11.1940, in via Giulia nel cuore della città. Una città della quale vive nel corso degli anni le trasformazioni, i drammi, nonché la straordinaria capacità di rinnovamento, di recupero. Una città che gli somiglia come una madre somiglia al proprio figlio. Una città mai rinnegata, di cui continua a rappresentare gli umori e la memoria. Se la teatralità è anche espressione di un territorio, Gigi Proietti è una delle incarnazioni più compiute della teatralità.
Nei primissimi anni, nell’immediato dopoguerra con la famiglia si trasferisce in diversi quartieri. Dapprima vicino al Colosseo, poi al Tufello, poi all’Alberone. Il suo apprendistato umano avviene tra la scuola, la famiglia, la parrocchia. All’epoca l’oratorio è luogo di aggregazione per eccellenza. Proprio qui rivela un istinto verso il gioco della rappresentazione. Insieme ad una non comune predisposizione alla musica.
L’incontro col teatro avviene in ambito universitario. Dopo li liceo classico si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, dove sostiene circa sedici esami...” Non vi preoccupate, dice lui non mi sono laureato”. All’inizio degli anni sessanta l’Università La Sapienza promuove delle attività parallele al normale corso di studi. Tra queste si cerca di recuperare il glorioso CUT (Centro Teatrale Universitario). Una scuola di teatro alternativa all’Accademia Nazionale Silvio D’Amico nella quale si formano diversi futuri attori e registi. Al CUT non c’è un solo metodo d’insegnamento. I docenti sono dei teatranti che trasmettono la propria disciplina e la propria esperienza. Tra questi, Giancarlo Cobelli, che insegna mimica all’Atenco e con lui ebbe il vero e proprio debutto nel novembre del 1963 nel teatro-cabaret, all’Arlecchino di Roma ora Teatro Flaiano, con “Il can-can degli Italiani” per i quali compose le musiche, diretto da Giancarlo Corbelli. Sono diventati una piccola leggenda quei dieci minuti, non undici, nei quali musicò dei versi di Ennio Flaiano. Si distingue immediatamente per la forza scenica e per la molteplicità di risorse. Con lo stesso Cobelli nel 1964 prende parte allo spettacolo “La Caserma delle Fate”. Nello stesso anno recita negli”Uccelli” di Aristofane, dove da membro del coro viene chiamato a sostituire Paolo Poli nel ruolo dell’Upupa, e in “Romolo il Grande” di Durrenmatt con Mario Scaccia entrambi diretti da G. De Martino .
Nel frattempo coltiva una passione musicale fondamentale e mai smessa, determinante per la sua carriera. Canta, suona la chitarra, compone. Una passione che diviene sempre più anche un lavoro. E’ l’epoca d’oro dei night club e delle sale da ballo. Qui si cimenta con un repertorio musicale eterogeneo, che spazia dal genere popolare italiano alla grande musica d’importazione, passando per la moderna canzone d’autore. Tra tanti musicisti, alcuni diverranno famosissimi, conosce Lello Arzilli, un amico insostituibile, un riferimento di sempre.
Nel 1965 lo Stabile di Roma costituisce la Compagnia Sperimentale. Proietti ne fa parte lavorando nella commedia “L’Arbitro” di G. Pistilli diretta da G. Magliulo, nel “Re Cervo” di Gozzi con A. Foà diretto da A. Camilleri e nel “Mercante di Venezia” di Shakespeare con Paolo Stoppa e la regia di Ettore Giannini.
Il 1966 costituisce una prima importante svolta. Rinuncia a un ruolo nella “CALANDRIA” allestita dalla gloriosa compagnia dei Giovani per entrare nel gruppo del “Teatro del 101” ,al “teatro-cantina”, costituito da Antonio Calenda col quale aveva frequentato il CUT. Nella “cantina”, (non ancora “underground”), di Via Euclide Turba in Prati, si concretizza uno degli esperimenti più vivi e convincenti del cosiddetto teatro d’avanguardia. Il “Centouno” diventa un luogo dove Proietti, Calenda insieme a teatranti come Ginny Gazzolo, Piera Degli Esposti, Paila Pavese, “agiscono” verificando i propri mezzi, interrogandosi sul proprio linguaggio, seguendo l’esempio delle grandi avanguardie storiche europee. Al “Centouno” si affronta un repertorio che va dal teatro Dada a Genet, da Vian a Brecht.
Si propone altresì una nuova drammaturgia italiana. Per Proietti sono anni d’oro, nei quali affina la propria cultura e i propri mezzi tecnici con una attenzione quasi maniacale.
Frutto di quest’esperienza sono spettacoli come “DIREZIONE MEMORIE” di C. Augias del quale nel ’68 interpreterà anche “RIFLESSI DI CONOSCENZA”, con la regia di Calenda, “LE MAMMELLE DI TIRESIA” di Apollinaire. Grande successo fu il “DESIDERIO PRESO PER LA CODA” unico capolavoro teatrale di Picasso, diretto sempre da Calenda. Sempre al “Centouno” si proposero testi di Pinter, di Beckett, di Grass. Proietti perfeziona sempre più la sua personale disciplina vocale e fisica confrontandosi con la musica jazz, contaminando la tecnica dell’attore con quella dei jazzisti. Tra il ’67 e il ’68 prende parte anche a “IL TUBO E IL CUBO” di A. Frassineti con la regia di M. Prosperi e alla ”CELESTINA” di F. De Rojas diretta da Calenda.
Da una collaborazione col Teatro di Roma diretto allora da Pandolfi nasce uno spettacolo memorabile: “NELLA GIUNGLA DELLA CITTA’” di B. Brecht rappresentato al Teatro Centrale, con le regia di Calenda, dove insieme a Proietti nel ruolo di George Garga ci sono tra gli altri F. De Ceresa, I. Ghione, A. Maestri.
In questo periodo, mentre si configura come uno dei giovani attori di teatro più promettenti, si dedica al doppiaggio. Effettua importanti doppiaggi in “Camelot” (R. Harris). “Chi ha paura di Virginia Wolf ?” (R.Burton). Il doppiaggio diventa per Proietti una attività quasi parallela al teatro, sempre praticata con una certa continuità e sempre con risultati di qualità eccelsa. Si pensi a “LENNY” (D. Hoffmann), il primo ”ROCKY” (S. Stallone), “CASANOVA” di Fellini (D. Shuterland), fino ad arrivare ai più recenti “ALADIN” della Walt Disney, “CASINO’ “di Scorsese (R. De Niro) o “HAMLET” di K.Branagh (C. Heston).
Dal 1967 inizia anche a lavorare in cinema, partecipando a “L’APPUNTAMENTO” di S. Lumet, “LA MATRIARCA” di P. F. Campanile, “UNA RAGAZZA PIUTTOSTO COMPLICATA” di D. Damiani.
Nel 1968 incontra Tinto Brass col quale comincia a collaborare ad alcune sceneggiature cinematografiche. Ne nasce “L’URLO”, di cui è protagonista e co-autore. Nel 1970 reciterà anche in “DROP-OUT” di Tinto Brass, insieme a V. Redgrave e F. Nero.
Nella stagione 68’ 69’ Antonio Calenda diventa direttore del Teatro Stabile dell’Aquila gli propone il ruolo del protagonista ne “IL DIO KURT” di Alberto Moravia. Un testo di grande spessore dialettico in cui Moravia collaborando strettamente col regista e gli attori, tende alla creazione di un linguaggio teatrale puro. La scena si svolge nel teatro di un campo di concentramento. Il Kurt del titolo è un ufficiale delle SS in preda a un furore verbale ossessivo che lo trascinerà alla morte. Proietti ne dà un’ interpretazione grandiosa. Lo spettacolo, portato in tournèe, ottiene ovunque un grande riscontro di critica e di pubblico. Vince diversi premi tra i quali il prestigioso Premio Saint Vincent.
Con lo Stabile dell’Aquila nel 1969 è protagonista di “CORIOLANO” di Shakespeare, sempre diretto da Calenda. Lo spettacolo viene presentato all’estate teatrale di Verona e al Teatro Romano di Ostia Antica.
La collaborazione con Calenda e con lo Stabile de L’Aquila culmina nella stagione ‘69-‘70 con l’allestimento di “OPERETTA” di W. Gombrowitz. Per questo spettacolo compone anche le musiche insieme a Fiorenzo Carpi.
La scelta di mettere in scena “CORIOLANO” e “OPERETTA” si rivela particolarmente ardua sia per le difficoltà intrinseche alla realizzazione, sia per la natura fortemente politica dei testi. “OPERETTA” in special modo mette in risalto il conformismo borghese non lesinando su quello più rivoluzionario, marxista. Ce n’è per tutti e lo spettacolo crea delle fratture.
Dal 1968 comincia a lavorare in televisione in una serie di commedie e sceneggiati. Si ricordano in particolare: “I GRANDI CAMALEONTI” di Federico Zaedi, “IL CIRCOLO PICKWICK” tratto da Dickens diretto da Ugo Gregoretti col quale molto collaborerà in seguito, “IL SOCIO” di A. Prieto diretto da A. G. Maiano, “LA PRESIDENTESSA” di F. Enriquez, “CONOSCETE DON CHISCIOTTE” di C. Quartucci dove conosce Roberto Lerici, al quale dovrà una preziosa e irrinunciabile collaborazione, “Il MATRIMONIO DI FIGARO” di Sandro Sequi, “IL VIAGGIO DI ASTOLFO” di Vito Molinari e “COME RIDEVANO GLI ITALIANI” di G. Angelucci, dove si confronta per la prima volta con Ettore Petrolini, del cui repertorio sarà, anni dopo, l’interprete per eccellenza.
Nel 1970 accetta la proposta improvvisa di Garinei e Giovannini, di sostituire Modugno e interpretare accanto a Renato Rascel la commedia musicale “ALLELUJA BRAVA GENTE” al teatro Sistina. La storia è ambientata alle soglie dell’anno Mille. Rascel e Proietti sono rispettivamente Ezzelino e Ademar, due voltagabbana che con reliquie e rimedi gabellano la vita eterna. Il successo di questa interpretazione è straordinario. Proietti recita, canta e balla con esiti travolgenti. Il grande pubblico lo acclama, la critica lo ricopre di elogi. Si lega a questo spettacolo per due stagioni ottenendo dappertutto riscontri da capogiro. Vince la “Maschera d’Argento”. Questo musical, di cui si realizza anche un disco, costituisce per Proietti una svolta fondamentale. In un teatro indubbiamente più popolare, in un circuito più ufficiale, scopre l’importanza di quell’elemento fondamentale che è il pubblico. Da allora il pubblico lo riconosce come uno dei migliori attori italiani, il più completo. Alcuni lo paragonano a Gassman, di cui sembra incarnare la forza scenica, l’essere proteiforme, la naturalezza espressiva unità a un virtuosismo senza pari. Luigi Proietti a trent’ anni, dopo esperienze molteplici che vanno dal teatro cabaret alla prosa classica, dall’avanguardia al musical, sembra essere il continuatore diretto della tradizione del grande attore del novecento. Ma siamo ancora agli inizi.
Contemporaneamente lavora in cinema in diversi film di successo. Nel 1970 si distingue per tre incisive caratterizzazioni nel “BRANCALEONE ALLE CROCIATE” di M. Monicelli con V. Gassmann. Recita in “BUBU’ DI MONTPARNASSE” di M. Bolognini. Nel ’71 insieme a S. Loren lavora ne “LA MORTADELLA” di M. Monicelli e nel film “GLI ORDINI SONO ORDINI” di F. Giraldi. Nel ’72 è protagonista di “MEO PATACCA” di M. Ciorciolini. Nel ’73 un’altra particolare caratterizzazione nel film “LA PROPRIETA’ NON E’ PIU’ UN FURTO” di Elio Petri. E’ Cavaradossi nella “TOSCA” di Gigi Magni dove recita con Monica Vitti, Aldo Fabrizi e ancora con Gassmann. In questo film per la prima volta canta “NUN JE DA RETTA ROMA” di Trovaioli, canzone che diverrà quasi una sigla dei suoi spettacoli futuri.
Alla morte di Anna Magnani l’Associazione fra i Romani istituisce un Premio dedicato alla grande attrice scomparsa che viene assegnato al giovane Luigi Proietti quale migliore interprete.
Nel 1974 col Teatro Stabile dell’Aquila è co-protagonista insieme a Carmelo Bene de “LA CENA DELLE BEFFE” diretta da Carmelo Bene stesso. Lo spettacolo approda al Teatro Sistina di Roma. Fu un edizione storica della commedia di Sam Benelli nella quale Proietti sosteneva il ruolo di Neri e Carmelo quello di Giannetto.
Sempre nel ’74 torna in televisione con un personale show in quattro puntate:”SABATO SERA DALLE NOVE ALLE DIECI”. Qui riesce a proporre al pubblico televisivo le sue doti di artista esplodente eppure tanto misurato. Per questo spettacolo si avvale della regia di Ugo Gregoretti. Lo stesso Gregoretti gli propone subito dopo “LE TIGRI DI MOMPRACEM” dove interpreta un personalissimo Sandokan che gli vale dalla critica una nota per la sua “straordinaria versatilità e il suo talento”.
Ancora nel ’74 è protagonista di un film molto importante di Alberto Lattuada: “LE FARO’ DA PADRE”. Vi interpreta il ruolo di un uomo che rapisce una bambina down e finisce per innamorarsene.
Per la televisione realizza “FATTI E FATTACCI” uno show in quattro puntate scritto con Roberto Lerici e diretto da Antonello Falqui. Questo varietà è un’ennesima conferma delle sue qualità. Avvalendosi della presenza di Ornella Vanoni girovaga alla maniera dei comici attraverso l’Italia dello spettacolo e della canzone. “FATTI E FATTACCI” vince la Rosa d’Oro al Festival di Montreaux in Svizzera.
Nel 1975 lavora in cinema nei films: “Conviene fare bene l’amore” di P. F. Campanile, dove fa la parte di uno scienziato del Duemila; “CHI DICE DONNA DICE DONNA” di T. Cervi; “ORDELLA” di Pupi Avati; “L’EREDITA’ FERRAMONTI” di M. Bolognini, che viene presentato a Cannes, film dove recita insieme a A. Quinn e D. Sanda; “LANGUIDI BACI, PERFIDE CAREZZE” di A. Angeli.
Nel ’76 vince nuovamente il Premio Anna Magnani per le sue interpretazioni cinematografiche.
Il 1976 è un anno determinante per la sua carriera e in qualche modo per la storia dello spettacolo italiano. Insieme a Roberto Lerici aveva concepito e sperimentato uno spettacolo dal titolo provvisorio “SERATA” in cui era in scena insieme a una piccola orchestra. Vi era inserito un pezzo, scritto da Lerici, in cui un mago illusionista citava una formula che sarebbe diventata un titolo. “A ME GLI OCCHI” debutta ufficialmente a Sulmona su invito dello Stabile dell’Aquila nel maggio del ’76. Qualche tempo dopo approda al Teatro Tenda di piazza Mancini gestito da Carlo Molfese in sostituzione di un altro lavoro. Sarebbe dovuto restare pochi giorni...vi restò per tre anni consecutivi. “A ME GLI OCCHI” a cui si sarebbe aggiunto poco dopo il conciliante “PLEASE”, ottiene un successo di pubblico unico nella storia dello spettacolo del Novecento. Il Teatro Tenda nasce con l’intenzione di sdoganare il teatro dalle pastoie borghesi e dalla supponente intellighenzia, restituendo il teatro alla gente e la gente al teatro. Ci riesce in pieno proponendo una grande varietà di spettacoli, di artisti più o meno conosciuti nazionali e internazionali. Ma in Proietti e nel suo spettacolo il Teatro Tenda trova l’identificazione e il riferimento più completi. Il grande Eduardo disse ....”finalmente qualcuno continua”.
“A ME GLI OCCHI” oltre ad ottenere un successo popolare enorme, in un periodo, gli anni di piombo, in cui la gente è tutt’altro che invogliata a uscire di casa, si configura come una proposta fortemente innovativa che prende le mosse da una coraggiosa riflessione sul ruolo dell’attore. Proietti recupera e rivoluziona la tradizione eroica dell’attore mattatore, tentando la coabitazione di segni teatrali diversi, all’apparenza inconciliabili. Riesce perfettamente in questo intento e inventa un personale linguaggio teatrale destinato a perdurare e a fare scuola. Gigi entra in scena con una cassa sulle spalle. La cassa, unico elemento scenografico, diventa lo scrigno della memoria dell’attore, come del suo pubblico. Nella cassa l’attore pesca casualmente e i propri ricordi diventano occasione irripetibile di gioco scenico. Il pubblico capisce al volo, sta al gioco, si diverte, si emoziona. In scena con lui, una “spalla” e un’orchestra di pochi elementi, sempre sollecitati a proporre lo stesso gioco attraverso la musica e le canzoni.
Nel corso di un triennio lo spettacolo viene presentato anche in tournèe e ne vengono realizzati un disco e un video
Il cinema non viene messo da parte. Nel 1976 è protagonista di una pellicola destinata ad avere un inaspettato successo postumo:”FEBBRE DA CAVALLO” con la regia di Steno. Il film diventa un cult-movie e la sua interpretazione di Mandrake, uno sfrenato scommettitore di corse di cavalli, è una delle più azzeccate. Accanto a lui, tra gli altri, anche Montesano e Carotenuto.
Nel 1977 partecipa a “Casotto” di Sergio Citti. Un film corale con un cast formidabile. Tra gli altri Stoppa, Tognazzi, Placido, e la giovanissima Jodie Foster.
Insieme a Vittorio Gassman viene chiamato da R. Altman nel film “matrimonio”. Il pubblico e la critica americani rimangono molto colpiti dall’interpretazione dei due attori italiani.
Partecipa all’edizione televisiva dell’”EDIPO RE” di Eschilo diretto e interpretato da Gassmann, nel ruolo del messaggero.
Nel 1978 è impegnato in due film: “Chi sta uccidendo i più grandi cuochi d’Europa ?” di T. Kotchef e “Due pezzi di pane” di S. Citti.
Nel 1978 assume la direzione artistica del Teatro Brancaccio di Roma. Inaugura la stagione con la “COMMEDIA DI GAETANACCIO”, scritto da Gigi Magni, con musiche di P. Pintucci e dello stesso Proietti. Questo è un vero e proprio musical incentrato sulla figura di Gaetano Santangelo, burattinaio creatore di Rugantino. Oltre a proporre un affresco inconsueto della Roma papalina, Gaetanaccio rappresenta e rende moderni alcuni temi del teatro di sempre: l’amore, la fame, il contrasto col potere, la morte. Proietti ne è interprete, regista, produttore.
Anche di questo spettacolo si realizza un disco.
Il progetto del Teatro Brancaccio è la costituzione di un grande spazio teatrale veramente popolare al servizio della città. Con la sua neonata società di produzione, la Tre Tredici Trentatré S.r.l., fondata nel ’77, comincia a produrre spettacoli propri e di altri artisti. La sua attività di produttore sarà continua e parallela a quella di attore e regista.
La gestione del teatro Brancaccio coincide con la nascita del LABORATORIO DI ESERCITAZIONI SCENICHE DI ROMA, una scuola di teatro che in breve tempo riesce a costituire un’alternativa validissima all’Accademia Silvio D’Amico. La storia del Laboratorio si comprende in un arco di tempo che va dal’79 al’93. I cinque corsi della durata di un biennio diplomano decine di professionisti, che si distinguono nel panorama degli attori italiani per la loro preparazione e la loro versatilità. Il metodo di studio consiste infatti nel proporre all’allievo il confronto con una molteplicità di esperienze e discipline, sceniche e musicali. I docenti sono per lo più professionisti della scena attivi. Tra questi oltre a Proietti, anima e guida insostituibile, si avvicendano Sandro Merli, Annabella Cerliani, Vanna Polverosi, Paolo Panelli, Alvaro Piccardi, Arnoldo Foà, Ennio Coltorti, Virgilio Zernitz.....e tantissimi altri.
Oltre all’attività didattica, il Laboratorio coinvolge gli allievi in allestimenti prodotti appositamente per offrire loro un confronto diretto con la realtà del palcoscenico e con il pubblico. Proietti ne cura la regia insieme agli altri docenti. Tra questi spettacoli si ricordano in particolare: “CHI VIEN”; ”IL DESIDERIO PRESO PER LA CODA”, e un’edizione particolarissima de “L’OPERA DEL MENDICANTE” di J. Gay. Con questo spettacolo nel 1993 si chiude il Laboratorio.
Nella stagione ’79 ’80 riprende “A ME GLI OCCHI, PLEASE”.
Nel 1980 è protagonista de “Il bugiardo” di Goldoni. Uno spettacolo prodotto dal teatro Stabile di Genova e diretto da Ugo Gregoretti.
Per la stagione ’80 ’81 produce e dirige ”IL GATTO IN TASCA” di G.Feydeau con Ugo Pagliai Paola Gassmann e Mario Carotenuto.
Per il cinema nel 1980 interpreta il film “Non ti conosco più amore” di S. Corbucci, insieme a Monica Vitti e Johnny Dorelli.
Nello stesso anno per la televisione è protagonista di uno sceneggiato in quattro puntate: “Fregoli” diretto da P.Cavara, scritto da R.Lerici. Proietti è assolutamente convincente nell’interpretazione del grande attore trasformista.
Sempre per la TV nel 1981 registra uno show in quattro puntate con la regia di A. Falqui: “Attore amore mio”. Incide un disco con lo stesso titolo.
Nella stagione ’81 -’82 dirige e interpreta una commedia musicale scritta da Neil Simon con musiche di M. Hamlisch: “Stanno suonando la nostra canzone”. Protagonista insieme a lui è Loretta Goggi.
Dopo aver concluso con “A ME GLI OCCHI“ un discorso sull’attore, insieme a R. Lerici amplia lo sguardo sulla teatralità e allestisce uno spettacolo che rappresenta la seconda tappa di un personale percorso teatrale. Parafrasando Shakespeare lo spettacolo si intitola “Come mi piace”. In scena con lui oltre l’orchestra c’è un gruppo di allievi del Laboratorio. La formula è quella del precedente “A ME GLI OCCHI“, uno spettacolo di “contaminazione” di stili generi, suggestioni e atmosfere, che si mescolano in dissolvenze incrociate o si sovrappongono in scarti netti. Lo spettacolo è la conferma di un modo di fare teatro che già produce diversi tentativi di imitazione più meno riusciti. “Come mi piace” viene presentato nella stagione ‘82-’83 e verrà ripreso nella stagione ’83 -’84.
Sempre nel 1983 produce e interpreta “Caro Petrolini” per la regia di Ugo Gregoretti. Lo spettacolo viene rappresentato al Teatro Argentina.
Proietti aveva affrontato il repertorio petroliniano stralciando alcuni pezzi dalle macchiette e dalle commedie e innestandoli nella struttura multiforme dei suoi spettacoli. In “Caro Petrolini” affronta il grande attore e drammaturgo romano presentandone un excursus attraverso scene salienti di commedie come “GASTONE” “ ROMANI DE ROMA” “BENEDETTO TRA LE DONNE” “Il padiglione delle meraviglie”. Questo progetto su Petrolini si perfezionerà e troverà compimento in un prossimo spettacolo.
In televisione partecipa al tv-movie “mark Twain” una co-produzione italo americana e conduce “Fantastico 4” con la regia di Enzo Trapani.
Incide un altro disco: “LE MORE”.
Nel 1984 è protagonista di un episodio del film “Mi faccia causa” di Steno e di “Sogni e Bisogni” un film per la TV diretto da Sergio Citti, in cui interpreta l’episodio “MICIO MICIO”.
Sempre nel ’84 viene chiamato dal Teatro Verdi di Pisa per dirigere “Tosca” di G. Puccini.
Questo debutto nella regia lirica si rivela particolarmente felice. Proietti con la sua sensibilità musicale, la sua perizia scenica e la sua esperienza didattica riesce a lavorare in perfetta sintonia con i cantanti. Il successo di questa “Tosca” determina l’inizio di un rapporto con il teatro d’Opera che produrrà diverse altre occasioni. Questa regia segna anche l’inizio di un sodalizio artistico con Quirino Conti, scenografo, costumista, stilista, con il quale realizzerà numerosi allestimenti.
Nella stagione teatrale ’84 -’85 produce e interpreta “CIRANO DE BERGERAC” di E. Rostand. La regia è firmata da Proietti e da Ennio Coltorti. Della prestigiosa compagnia fanno parte tutti gli allievi del secondo corso del Laboratorio. Lo spettacolo è magnificente e l’interpretazione di Proietti è particolarmente intensa. “Cirano” viene riproposto nella stagione successiva in tournèe e ne viene fatta una ripresa televisiva per la RAI.
E’ protagonista di una lettura scenica di “TRUE WEST” di Sam Shepard al Teatro Piccolo Eliseo, interpretando magistralmente tutti i personaggi.
Durante la stagione estiva partecipa allo spettacolo musicale: ”OH LUCIANO!” tratto da i Dialoghi di Luciano di Samosata. E’ questo un mini musical scritto da R. Tessari e A. Piccardi che ne firma anche la regia. Proietti vi interpreta il ruolo di Giove insieme a molti dei suoi allievi del Laboratorio.
Sempre nel 1985 presso lo Sperimentale di Spoleto, effettua la regia di un’altra opera lirica: ”DON PASQUALE” di Gaetano Donizetti.
Nella stagione teatrale ’86 87’ produce, dirige e interpreta “Per amore e per diletto”. Questo spettacolo porta a compimento il progetto su Petrolini nato nell’83. La struttura scenica si rivela più solida ed efficace, utilizzando stralci drammaturgici più selezionati. Proietti oltre a caratterizzare straordinariamente tutti i personaggi, rende protagonista assoluta la lingua di Petrolini. Il dialetto romano viene presentato con precisione e rivela tutta la sua forza creativa e quindi la sua modernità, senza mai diventare né slang né vernacolo. Di fatti “Per amore e per diletto” oltre a determinare un trionfo al Brancaccio, viene presentato con eguale successo anche in tournèe.
Nel giugno dell’86 dirige “FALSTAFF” l’ultimo capolavoro di Giuseppe Verdi, al Grand Theatre di Ginevra. Protagonista è Ruggero Raimondi.
Nel 1987 cura la regia de “LE NOZZE DI FIGARO” di Mozart al Teatro Sperimentale di Spoleto.
Nell’estate del ’87 porta in tournèe in tutta Italia “Sconcerto” la terza tappa del viaggio cominciato più di dieci anni prima con “A ME GLI OCCHI“.
Nell’estate del 1988, per il festival di Taormina Arte produce, dirige e interpreta “Liolà” di Luigi Pirandello.
A settembre per il festival di Benevento città spettacolo, dirige “Karin” una commedia di Arieh Chen. Questa è la prima produzione del Laboratorio di Esercitazioni Sceniche e protagonisti sono gli ex allievi Valter Lupo e Sandra Collodel.
A ottobre ritorna al Teatro Stabile dell’Aquila assumendone la direzione artistica.
Nel febbraio del 1989 debutta al Teatro Sistina di Roma con “I sette re di Roma”, una leggenda musicale di Gigi Magni, con musiche di Nicola Piovani, diretta da Pietro Garinei. Lo spettacolo racconta la storia e la leggende di Roma dalle origini, di cui si presentano diverse ipotesi, alla fine della monarchia.
Proietti vi interpreta dodici diversi personaggi con un’abilità sorprendente, si trasforma nel costume e nelle caratterizzazioni con una velocità ed una esattezza senza precedenti. Per ogni personaggio trova una verità, un tratto, una voce, una postura precisi. Lo spettacolo, che riscuote un successo uniforme e assoluto, determina mesi di tutto esaurito a Roma e nelle altre città dove viene proposto nella stagione successiva. Ne vengono realizzati un disco e una ripresa televisiva per la RAI.
Nella primavera dell’89 cura la regia della commedia “Guardami negli occhi” ovvero “Il sistema Ribadier” di G. Feydeau, con la produzione dello Stabile dell’Aquila.
Nell’estate dell’89 mette in scena come regista e unico interprete “KEAN” di R. Fitz Simmons.
Il testo, interpretato a Londra da Ben Kingsley, presenta Edmun Kean, il grande attore romantico, nella solitudine del suo camerino prima della sua ultima rappresentazione. Kean racconta la sua vita dai fallimenti di mimo di provincia agli onori e i successi come grande interprete scespiriano nel Covent Garden e il Drury Lane di Londra. Questo racconto è arricchito da stralci del grande repertorio di Shakespeare. Lo spettacolo viene prodotto dallo Stabile dell’Aquila e presentato al festival di Taormina Arte.
Proietti ne dà un’interpretazione ineffabile per maturità, misura e intensità. Il suo Kean affronta e supera la connotazione di genio e sregolatezza e con forza riscatta la sua molteplice umanità. Il repertorio scespiriano, da lui tradotto insieme a Lerici adattando il pentametro giambico inglese con l’italiano endecasillabo, gli consente di ribadire le sue doti di grande interprete tragico.
In quest’anno vince il premio Curcio e ottiene una pubblicazione monografica.
Dall’aprile del 1990 al febbraio del 1991 è impegnato in televisione per RAI 2. Cura la regia della sit-com “Villa Arzilla” ambientata in una casa di riposo. Ne fanno parte attori come Calindri, F .Fiorentini, M. Merlini, E. Crovetto, C. Boratto tra gli altri.
Realizza lo show “Club 92” con la regia di A. Gerotto. Ne fanno parte diversi ex allievi del Laboratorio.
Nel marzo del 1991 riprende “KEAN” con la sua produzione, al Sistina di Roma, al Manzoni di Milano e in altre città.
Nell’estate del 91 allestisce “SERATA…..CON ORCHESTRA” dove ripropone alcuni pezzi del suo repertorio.
Per la compagnia di G. Glejesess cura la regia de “LA PULCE NELL’ORECCHIO”, il suo terzo Feydeau.
Nella stagione 1991 - ’92 produce, dirige e interpreta “Leggero Leggero” un nuovo spettacolo scritto insieme con R .Lerici. Questo spettacolo, ennesima tappa del cammino intrapreso nel ’76 perfeziona ai massimi livelli una formula che alimenta e si alimenta di infinite espressioni per raggiungere stavolta una concreta unità stilistica. Proietti inizia lo spettacolo dalla fine di quello precedente, ringrazia il pubblico che lo sommerge di richieste di bis e questa e l’occasione di ricominciare da capo in una infinita circolarità temporale. La leggerezza diventa un valore irrinunciabile e Gigi dapprima la invoca poi la raggiunge e vi si abbandona, poi la scarta e la riconquista. Lo spettacolo va in scena al Sistina di Roma e al Manzoni di Milano, ottenendo un successo di pubblico e di critica sempre più vasto. In scena con lui, oltre all’orchestra, ci sono tre ex allievi del Laboratorio.
Questo è l’ultimo spettacolo scritto con l’amico Roberto Lerici che viene a mancare nel’92.
Nella primavera del’92 produce e dirige “Cose di casa” di P. T. Cruciani. Una commedia che pur raccontando vicende domestiche di una famiglia tra gli anni settanta e ottanta, si stacca nelle forme da tanto teatro minimalista praticato oltre misura in questi anni. Protagonisti sono ex allievi storici del Laboratorio: Laganà, Cruciani, Collodel, Lupo, e Lello Arzilli nel ruolo del padre, disegnato con forza e naturalezza inimitabili.
Nella stagione ’92 ’93 riprende al Teatro Olimpico di Roma e in Tournee “Leggero Leggero”. Vi inserisce tutti gli allievi del 5° Laboratorio.
Nel ‘93 protagonista di un film per la Tv: “Un figlio a metà”, diretto da Giorgio Capitani, , ed in teatro ancora “Leggero Leggero” che ripropone, inserendo tutti gli allievi della scuola di recitazione da lui diretta, al Teatro Olimpico di Roma, dove riscuote lo stesso successo dell’anno precedente.
Nella Stagione 1993/1994 è protagonista in televisione del film prodotto per la RAI 2 “Un figlio a metà 2” diretto da Giorgio Capitani.
Riprende anche lo spettacolo “Cose di casa”.
Sempre nel ’94 interpreta il Cardinale Mazzarino nel film “La figlia di D’Artagnan”.La produzione è francese e la regia è di Bertrand Tavernier.
Per la stagione teatrale ’93 ’94 mette in scena “A me gli occhi bis” che celebra i suoi trenta anni di palcoscenico. La cassa delle “memorie del mio futuro”, come la definisce, diventa il contenuto e il contenitore reale e immaginario dello spettacolo, che inizia e finisce esattamente come il vecchio “A me gli occhi” ma che contiene un tempo e una memoria più vasti. Va in scena all’Olimpico di Roma per quasi sei mesi e in tournèe con un successo sempre più strabiliante.
Inoltre cura la regia di “Casa di frontiera” una commedia di Gianfelice Imparato che descrive un bizzarro scenario post secessionista vissuto da una famiglia meridionale.
Nell’estate del ’94 è protagonista di “Italian Restaurant” una sit-com ambientata in un ristorante italiano a New York, con la regia di Giorgio Capitani.
Nella stagione teatrale ‘ 94- 95 riprende “Per Amore e per Diletto” al Teatro Olimpico di Roma e in una breve tournèe. A distanza di otto anni questo lavoro su Petrolini si rivela sempre più interessante e ottiene un successo ancora più clamoroso.
Nel 1995 affronta la sua quinta regia lirica. Per il Teatro dell’Opera di Roma dirige “Benvenuto Cellini” di Hector Berlioz. Quest’opera un po’ a margine dei più consueti repertori lirici, è un’ulteriore conferma di stile e cultura scenica. Eccezionale la scena del carnevale romano che fa vivere la massa del coro come un polmone pulsante senza indulgere mai a facili tentazioni folcloristiche.
Nello stesso anno effettua le riprese di una nuova fiction tv : “Il Maresciallo Rocca” con la regia di G. Capitani. Lo sceneggiato ottiene livelli d’ascolto da capogiro. Proietti ottiene un successo personale enorme e una popolarità unica. Ne verranno realizzate altre tre serie che avranno un riscontro sempre più ampio. Le ragioni di tanto successo sono da trovarsi nella perizia degli sceneggiatori Toscano e Marotta e dei registi Capitani e Gasparini, ma soprattutto nella grande umanità e nella completezza espressiva di Proietti che rende il suo personaggio simpatico, controverso, antieroico.
Nel ’96 produce e cura la regia de “La Capannina” di Andrè Roussin.
In primavera torna al suo pubblico con una nuova edizione di “A me gli Occhi!” confermando e ampliando il suo successo prima al Teatro Olimpico poi al Sistina, successivamente allo Stabile di Trieste.
Nel giugno del ’96 nell’ambito del Festival di Spoleto è voce recitante in un poema sinfonico composto da Giancarlo Menotti: “IL VESCOVO DI RIMINI”.
Nella stagione teatrale ’96 ‘97 produce e firma la regia di “Mezzefigure” uno spettacolo scritto con il protagonista Enrico Brignano, attore emergente uscito dal Laboratorio.
Nel dicembre del’96 scrive, produce, dirige e interpreta un nuovo recital: “Prove per un Recital”. Sono passati venti anni dal trionfale “A me gli occhi please” del Teatro Tenda. La cassa ormai colma è stata più volte aperta, vuotata, riempita, richiusa e presa sulle spalle, per tantissime volte, di fronte a tanta gente. Ma la formula è ancora giovane e suggerisce infinite altre possibilità. Gigi stavolta parte nettamente dal pubblico, coinvolgendolo direttamente in quel momento riconoscibile per la maggior parte degli spettatori: le prove. Ovviamente è una finzione, l’attore finge di essere qualcosa cui il pubblico finge di credere. In “Prove per un Recital” i piani di questa finzione si sovrappongono e si amplificano esprimendo l’unica grande verità del teatro: il rapporto ineffabile tra chi fa e chi vede.
Lo spettacolo viene presentato al Teatro Olimpico dove in pochissimi giorni registra il tutto esaurito. Successivamente al Teatro Tenda Clodio di Roma.
Contemporaneamente raccoglie gran parte del suo materiale scenico in un antologia dal titolo
“PROVE PER UN LIBRO”, dove i suoi pezzi sono contrappuntati da divertenti tentativi letterari. Questo libro verrà pubblicato l’anno successivo dalla PANINI nei Comix.
Questa digressione nell’editoria comprende anche una lunga serie di sonetti di riflessione satirica sul teatro, sul costume, pubblicati periodicamente da vari quotidiani, il Messaggero soprattutto nella rubrica “Versacci”.
Nella primavera-estate del ’97 è protagonista per Mediaset del nuovo film tv “Antonio Porta, avvocato” con la regia di Franco Giraldi.
Nel 1998 viene riproposta la seconda serie della Fiction-Tv “Il Maresciallo Rocca”. Per Rai Uno.
Nel ’98 è voce recitante in “Pierino e il Lupo” favola musicale di Prokofieff, all’Auditorio di Santa Cecilia di Roma.
Nell’estate del ’98 scrive, dirige e interpreta “Un nero per casa”, un film tv per Mediaset, dove debutta dietro alla macchina da presa.
Per la stagione teatrale ’98 ’99 produce e cura la regia di “STANNO SUONANDO LA NOSTRA CANZONE” di N. Simon. Stavolta ne sono protagonisti Gianluca Guidi e Maria Laura Baccarini.
Al Festival di Benevento città spettacolo, presso il Teatro Romano presenta un recital dal titolo “LE REGIONI DEGLI ALTRI” dove insieme al suo repertorio propone una lettura di passi della “Divina Commedia” tradotti in vari dialetti.
Incide un disco dal titolo “IL FATTO E’ CHE NON TI SO DIMENTICARE” con canzoni di Claudio Mattone.
Nel dicembre del’98 è voce recitante de “La Pietà (Stabat mater concertante)” composto da Nicola Piovani con versi di Vincenzo Cerami. Concerto che verrà ripreso a Betlemme nell’aprile del ’99 e al Quirino di Roma nell’Aprile del 2000.
Nel marzo del ’99 riprende: “Prove per un Recital” presentandolo all’Augusteo di Napoli, all’Olimpico di Roma e al tetro Tenda di Piazza Unità a Trieste. Lo spettacolo ottiene ovunque grande successo.
Nell’estate del’99 interpreta per Mediaset una nuove serie del film tv “Antonio Porta, avvocato”.
Contemporaneamente cura l’adattamento e la regia teatrale de “IL DRAMMA DELLA GELOSIA” tratto dal film di Ettore Scola. Protagonisti principali sono Pino Quartullo, Sandra Collodel, P. F. Favino. Inventa per questo spettacolo un muro di mattoni nudi e calce viva che si rompe e si frammenta rivelando ambienti fissati su trabattelli cinematografici mobili. Riesce sia nella struttura scenica che nelle indicazioni date agli attori a coniugare i segni teatrali con la materia del cinema. Lo spettacolo debutta al Magellano di Ostia e prosegue con una tournèe nelle due stagioni successive.
Presenta il suo recital nell’ambito del Festival di Caserta nel cortile della Reggia.
Per il cinema interpreta un ruolo nel film “PANNI SPORCHI” di Monicelli.
Al teatro Kursaal Santa Lucia di Bari, di cui è direttore artistico, è voce recitante del “IL BORGHESE GENTILUOMO” di Hoffmanstal con musiche di Strauss.
Tra il novembre del ’99 e il febbraio marzo 2000 riprende “Prove per un Recital” a Milano, Livorno Firenze; Bologna e Roma. Lo spettacolo determina ovunque esiti trionfali.
In aprile e maggio del 2000 con la produzione del Piccolo Teatro di Milano dirige e interpreta “Socrate” scritto da Vincenzo Cerami. Il testo è tratto dall’Apologia di Socrate e dai dialoghi di Platone. Proietti offre sia come regista che come attore principale una delle interpretazioni più mature, misurate, intense della sua carriera. Le scene e i costumi sono di Quirino Conti e le musiche eseguite dal vivo sono di Nicola Piovani. Lo spettacolo debutta il 9 maggio e rimane al Teatro Strehler per un mese ottenendo un successo di pubblico e di critica molto importanti.
Il 23 e il 24 giugno alla curva sud dello Stadio Olimpico di Roma, presenta “A me gli occhi 2000”, accompagnato da 40 orchestrali e 8 coriste. La prima serata verrà ripresa in diretta da Mediaset e trasmessa su Canale 5. Lo spettacolo, nel riprendere il titolo storico, propone una somma del suo inesauribile repertorio. L’esito è unico e Proietti ottiene un successo unanime e travolgente di fronte a un pubblico di diciottomila persone a sera. Nella storia dello spettacolo italiano questo è un risultato mai raggiunto, paragonabile soltanto a qualche star del rock o del pop.
“A me gli occhi 2000” viene ripreso in una tournèe estiva.
Nell’estate del 2000 e per le stagioni teatrali successive produce e dirige la commedia “TAXI A DUE PIAZZE” di Ray Cooney, con la compagnia Guidi / Baccarini. Lo spettacolo debutta al Festival di Borgio Verezzi e va in tournèè in tutta Italia con uno strepitoso successo di pubblico.
Nel frattempo assume la presidenza del Teatro Stabile Abbruzzese.
In autunno gira una nuova serie del “Il Maresciallo Rocca” per Rai Uno.
Nel 2001 dopo più di vent’anni assume la direzione artistica del Teatro Politeama Brancaccio di Roma.
In aprile e maggio in tournèe riprende “A me gli occhi 2000”.
Durante la stagione estiva cura la regia di “FALSTAFF e LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR” di Shakespeare. Protagonista è Giorgio Albertazzi. Lo spettacolo viene presentato all’Estate Teatrale Veronese poi in tournèe.
In autunno mette in scena “FULL MONTY” il musical ispirato al film di Peter Cattaneo che, nel 1997, e' stato un autentico caso cinematografico, raccontando l' exploit di spogliarello al quale si dedicano sei metalmeccanici di Sheffield, in Inghilterra, disoccupati. Firma la regia Gigi Proietti, i protagonisti sono Giampiero Ingrassia, Rodolfo Lagana' .Debutta al Teatro Brancaccio e poi in tournèe.
Nei primi mesi dell’anno 2002 si dedica alle riprese per Rai Uno del “MARESCIALLO ROCCA 4” per la regia di Giorgio Capitani, soggetto di Franco Marotta e Laura Toscano
Nel marzo del 2002 produce, scrive dirige e interpreta “IO TOTO E GLI ALTRI”. Alle soglie dei quarant’anni di teatro Proietti perfeziona sempre di più il suo stile e le sue capacità straordinarie di attore, di affabulatore, di cantante raffinatissimo. Questo è uno spettacolo dove la memoria, artistica e personale, diventa protagonista insieme all’attore che la rappresenta. Gigi appare in scena cantando come uno scanzonato entertainer e continua rendendo vivi i suoi ricordi, la sterminata galleria dei suoi personaggi, delle sue creazioni, che riempiono lo spazio scenico come una folla, continuando a proporre una preziosa, instancabile riflessione sulla teatralità. Lo spettacolo, presentato al Brancaccio sbanca il botteghino diversi giorni prima del debutto e viene rappresentato con successo per due mesi.
Nel giugno del 2002 presso il Teatro dell’Opera di Roma cura la regia del “DON GIOVANNI” di Mozart, la sua sesta regia lirica. Ne viene proposta un’ edizione particolare in Piazza del Popolo a Roma, dove fa da voce recitante, in sostituzione dei recitativi.
Nell’estate del 2002 è impegnato nelle riprese del film “FEBBRE DA CAVALLO – La MANDRAkATA” con la regia di Carlo Vanzina.
Nell’anno 2003 con la Filmauro partecipa come protagonista ad un episodio, del film “LE BARZELLETTE” diretto da Carlo Vanzina e scritto da Enrico e Carlo Vanzina.
Nel 2003 in occasione del centenario della donazione di Villa Borghese da parte della omonima famiglia alla città di Roma, nasce da un'idea di Gigi Proietti il “Silvano Toti” Globe Theatre, teatro elisabettiano copia identica del Globe di Londra. Primo spettacolo in scena, è“ROMEO E GIULIETTA” per la regia di Gigi Proietti, grande successo di pubblico e critica, viene ripreso nella stagione invernale al Teatro Politeama Brancaccio di Roma. Proietti dal 2004 è direttore artistico del “Silvano Toti” Globe Theatre.
Nell'aprile del 2004 per festeggiare i quarant’anni di carriera teatrale torna in scena con “SERATA D’ONORE” al Teatro Brancaccio.
Nel 2004 si occupa della regia dello spettacolo “STREGATA DALLA LUNA” di John Patrick Shanley, con Pino Quartullo e Sandra Collodel, che girerà l’Italia in tournèe per due stagioni.
Sempre nell’anno 2004 sarà protagonista di una produzione televisiva di due puntate per Rai Uno de “IL VETERINARIO” con la regia di Josè Maria Sanchez, e tornerà a girare per Rai Uno, un’altra serie televisiva molto fortunata “IL MARESCIALLO ROCCA 5” sceneggiatura scritta da Franco Marotta e Laura Toscano.
Fra il 2005 e il 2006 firma la regia di diversi allestimenti: “LA PRESIDENTESSA” di Maurice Hennequin e Pierre Veber versione italiana di Gigi Proietti con Sabrina Ferilli e Maurizio Micheli,in scena al Teatro Politeama Brancaccio, spettacolo che girerà in tournèe per due stagioni. “QUELLA DEL PIANO DI SOPRA” di Pierre Chesnot, che andrà in scena con Pino Quartullo e Sandra Collodel, al Teatro Politeama Brancaccio e poi in tournèe. “LIOLA'” di Luigi Pirandello con Gianfranco Jannuzzo e Manuela Arcuri; sempre al Teatro Politeama Brancaccio e poi in tournèe.
“LE NOZZE DI FIGARO“ di Mozart regia lirica presso il Teatro dell'Opera di Roma.
Nel maggio del 2006 dirige e interpreta "MA L’AMOR MIO NON MUORE" al Teatro Politeama Brancaccio, Lo spettacolo è un omaggio a Petrolini per il settantesimo anniversario dalla morte.
Nel 2007 mette in scena “BUONASERA” (varietà di fine stagione) che debutta al Teatro Politeama Brancaccio e viene ripreso nel 2008 al Gran Teatro di Roma dove in 48 repliche farà 170.000 spettatori con il titolo di “DI NUOVO BUONASERA”. Lo spettacolo nella stessa estate gira in diverse piazze d’Italia riscuotendo sempre consenso di pubblico.
Sempre nel 2008 gira l'ultimo capitolo della fortunata serie del Maresciallo Rocca intitolato “IL MARESCIALLO ROCCA E L’AMICO D’INFANZIA” con Giancarlo Giannini sceneggiatura di Franco Marotta e Laura Toscano,per Rai Uno. Riscuotendo l'ennesimo successo di pubblico e critica.
Nel 2008 gira un episodio del film “UN’ESTATE AL MARE” di Carlo ed Enrico Vanzina.
Nell’autunno 2008 continua la sua tourneè teatrale dello spettacolo “DI NUOVO BUONASERA” toccando con successo città come Napoli e Milano.
Nel 2009 torna nuovamente sul grande schermo interpretando un episodio del film “UN'ESTATE AI CARAIBI” regia di Carlo Vanzina. Nello stesso anno firma la regia lirica del “NABUCCO” di Giuseppe Verdi, al Teatro Verdi di Salerno, con la direzione musicale del maestro Daniel Oren.
Nello stesso anno torna protagonista al teatro Sistina con “DI NUOVO BUONASERA”, spettacolo che riprenderà anche l'anno seguente per il grande successo.
Nel 2010 interpreta la vita di San Filippo Neri nella fiction “PREFERISCO IL PARADISO” per la regia di Giacomo Campiotti Rai Uno.
Firma la regia lirica della “CARMEN” di Bizet, al teatro Verdi di Salerno con la direzione musicale di Daniel Oren.
Nel 2010 è fra i protagonisti del film “LA VITA E’ COSA MERAVIGLIOSA” di Carlo ed Enrico Vanzina.
Nel 2011 è ancora protagonista della fiction per Rai Uno “IL SIGNORE DELLA TRUFFA” sempre con ottimi risultati.
Sempre nel 2011 partecipa al film “TUTTI AL MARE” dell’esordiente Matteo Cerami.
Nell’autunno dello stesso anno cura la regia de “LA MOSTRA” di Simona Marchini e Claudio Pallottini al teatro Ambra Jovinelli.
Nell’Aprile 2012 lo spettacolo “C'E’ GENTE STASERA” diretto ed interpretato debutta al teatro Verdi di Firenze
Nell’estate del 2012 presenta nella spettacolare cornice delle Terme di Caracalla “UNA SERATA CON GIGI PROIETTI” con un'orchestra di 24 elementi diretta dal Maestro Mario Vicari, 10 coriste, le figlie Carlotta e Susanna e gli attori Claudio Pallottini, Loredana Piedimonte, Marco Simeoli e Virgilio Zernitz, che replicherà nell’estate del 2013.
Nel 2013 è il protagonista della fiction “L'ULTIMO PAPA RE” per Rai Uno, sempre con ottimi risultati.
In occasione del decennale del Silvano Toti Globe Theatre 2003/2013 riprenderà lo spettacolo “ROMEO E GIULIETTA” di W. Shakespeare con una nuova idea registica. Una grandissima partecipazione da parte del pubblico composto soprattutto da ragazzi molto giovani. Avrà anche un grosso riscontro dai tutti gli organi di informazione e consensi da parte della critica.
Il 2013 lo vede anche impegnato nel doppiaggio di Anthony Hopkins in “HITCHOCK”, di Gandalf in “LO HOBBIT – LA DESOLAZIONE DI SMAUG” e nel 2014 sempre di Gandalf in “LO HOBBIT – LA BATTAGLIA DELLE 5 ARMATE”.
Nel Dicembre del 2013 esce la sua prima autobiografia “TUTTO SOMMATO… QUALCOSA MI RICORDO” edito da Rizzoli con più di 70.000 copie vendute.
Nel Marzo del 2014 cura la regia dello spettacolo “REMEMBER ME?” di Sam Bobrick con Sandra Collodel e Sebastiano Somma in scena al Teatro Golden di Roma.
Nel Novembre del 2014 riprende la regia de “LA MOSTRA” di Simona Marchini e Claudio Pallottini al Teatro Sistina di Roma.
Nell’Ottobre del 2014 è sempre protagonista di una collection di quattro film per Rai Uno “UNA PALLOTTOLA NEL CUORE” regia di Luca Manfredi con ottimi ascolti e vincitrice di tutte e quattro le puntate.
Nel Novembre del 2014 riprende la regia de “LA MOSTRA” di Simona Marchini e Claudio Pallottini al Teatro Sistina di Roma.
Sempre nel Novembre 2014 doppia il personaggio di Gandalf in “LO HOBBIT – LA BATTAGLIA DELLE 5 ARMATE”.
L’anno 2015 lo vede nuovamente impegnato in teatro, l’ultimo suo spettacolo dal titolo “Cavalli di Battaglia una serata con Gigi Proietti” per festeggiare i suoi 50 anni di carriera, iniziato con una piccola tournée per poi approdare all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Da Settembre a Novembre partecipa come giudice al programma televisivo “TALE E QUALE SHOW” in onda in prima serata su RaiUno.
Da Settembre a Dicembre registra il proseguimento della fortunata fiction per Rai Uno “UNA PALLOTTOLA NEL CUORE 2” regia di Luca Manfredi.
Nell’anno 2015 scrive il suo secondo libro “DECAMERINO – NOVELLE DIETRO LE QUINTE” edito da Rizzoli.
Anno 2016: firma la regia dello spettacolo “PAROLE PAROLE PAROLE” di Adriano Bennicelli, con Carlotta Proietti e Matteo Vacca, in scena, dopo una piccola tournée, alla Sala Umberto di Roma, mentre continua ad andare in scena, sempre applauditissimo, con “Cavalli di Battaglia” all’Auditorium Parco della Musica, nella Sala Santa Cecilia al chiuso e alla Cavea in estate.
Riprende la regia dello spettacolo “ROMEO E GIULIETTA” di William Shakespeare andato in scena al Silvano Toti Globe Theatre dal 16 settembre al 02 ottobre, affollato da un pubblico adulto ma anche da scolaresche entusiaste.
Nel Luglio del 2016 sale per la prima volta come attore sul palco del Silvano Toti Globe Theatre dove interpreta in maniera magistrale il “KEAN” di Raymond Fitz-Simmons curandone anche la regia, registrando il tutto esaurito per ogni replica.